E il primo esempio di quanto invece sia ancora in grado di dare alla nostra disciplina è proprio lo stallone che, insieme a Edoardo Bernardelli, sale al podio level 4 e 3 con un 215.5: perché Shine Pop, figlio di Shine Chic Shine x MM Lollipop, è nato in quello di Alessandro Cazzaniga, poche fattrici scelte e tanta passione. Edoardo, 29 anni, è uno dei migliori non pro italiani, già con un ricco show record: tra il resto, 2012 Nrha European Derby Non Pro L3 Champion & L2/1 Reserve Champion; 2014 Nrha European Futurity Non Pro L3 Reserve Champion e Irha/Nrha Futurity Non Pro 4YO L3 Champion; 2016 Irha/Nrha Futurity 3YO L4 Non Pro Reserve Champion e 2017 Irha/Nrha Futurity L4 Non Pro Reserve Champion. Dopo aver terminato gli studi, Edoardo ha deciso di dedicarsi totalmente alla sua passione: i cavalli da reining. Così si è recato negli States per fare esperienza a fianco di alcuni tra i migliori del settore e ora monta nel proprio centro a Olgiate Molgora, il Bernardelli QH, dove alleva e addestra i propri soggetti da gara. «Sono davvero felice! Shine Popsi è comportato bene e finalmente siamo riusciti a portare a casa questo titolo: era da tanto che ci provavo!». Edoardo ha acquistato il suo compagno sotto la mamma quando aveva soltanto un mese e dopo lo svezzamento lo ha tenuto sempre con sé, occupandosi interamente del training. «Lo comperai perché mi piaceva la sua genetica, ma mentre cresceva apprezzavo via via lo svilupparsi del suo carisma e del suo aspetto fisico. È un cavallo con manovre molto forti e una personalità altrettanto forte, ma è comunque collaborativo e si lascia lavorare». Nonostante la giovane età Edoardo è un veterano delle competizioni, e controllando quindi bene l’emozione ha espresso una gara grintosa e determinata: «Puntavo molto sugli stop, che sono la manovra più forte di Shine Pop. Purtroppo uno lo abbiamo mancato perché non ci siamo capiti, ma fortunatamente sono andati molto bene anche i cerchi, e quindi alla fine ne è uscita una buona prova. Probabilmente senza quell’errore avremmo potuto marcare qualcosa di più, ma alla fine abbiamo centrato l’obiettivo». Bernardelli conclude così un’annata più che positiva, con la vittoria al Derby Europeo, quella al Maturity del Bo Ranch e il secondo posto al Derby Irha insieme al suo “Mosè”, al secolo Whiz Wild West. «Voglio ringraziare di cuore la mia famiglia, che mi sostiene sempre, il mio aiutante Fabio Torino e Guglielmo Fontana per l’assistenza qui a Cremona», conclude.
Dopo 20 anni esatti dal suo primo Futurity nazionale, tentato nel 1999, e dopo otto finali senza mai arrivare a titolo, ecco il primo podio nella gara dei puledri per Gabriele Carrarini, 35 anni, Non Pro 3YO Futurity Level 2 Champion e Level 4 e 3 Reserve Champion (score 214). A dispetto della giovane età Gabriele è, nel suo approccio filosofico al reining, un non pro vecchio stile… E ne è orgoglioso. È convinto che questa disciplina sia “un percorso”, a volte molto lungo, spesso davvero faticoso, ma che proprio questo sia il suo bello: «Non sono arrivato al Big Prize ma per me la vittoria nel level 2 è già tanta roba, visto che è la prima della mia vita. E vorrei dire che non è solo mia: è la vittoria di tutti i cavalli che non costano come degli appartamenti, e che non sono stati addestrati da million dollar trainers. È la vittoria dei non pro che si dedicano, di quelli che hanno passione e costanza, di quelli che sanno aspettare e perseguire il risultato lavorandoci sopra quotidianamente. È la vittoria degli assistenti che portano in gara l’ultimo cavallo della scuderia e riescono a metterlo in finale al livello 1, e per loro magari è la gara della vita. È la vittoria dei trainer che diventano grandi perché “fanno diventare grandi” dei cavalli, e non perché montano grandi cavalli: come è Max Ruggeri, al quale mi appoggio da 10 anni e che ho seguito fino in cima alle Alpi. Nonostante la deriva che stiamo prendendo, per la quale tutti dovremmo andare a comperare i cavalli in America, già fatti e addestrati, e tutti dovremmo puntare solo alle gare Million Dollar, per me il reining è questo: quello che è cresciuto in Italia perché chiunque poteva curare il proprio cavallino nel proprio orticello e sognare di arrivare al Futurity». Ed è proprio ciò che Gabriele ha fatto con Cg Smart N Gold, detto Goldy, castrone baio figlio del suo stallone Clinton (Arc Surprising Smart) e della sua fattrice Arc Girl Chic N Gold. «Nato e allevato da me, nella nostra scuderia di Buttigliera D’Asti, domato da Cris Lucchina e Cristina Fiscella, l’ho addestrato personalmente sotto la periodica e fondamentale supervisione di Max. Insieme abbiamo vinto il Futurity Arta e quello Lr Non Pro. Ma il Futurity nazionale è un’altra cosa! Pensa che abbiamo anche rischiato di non arrivarci: una settimana fa ha preso un colpo di freddo e aveva la febbre a 41 e mezzo; poi ho pensato alla sua potenza e mi sono detto: proviamoci. Lui ci ha messo l’altra metà del cuore che ci ho messo io e ce l’abbiamo fatta». È la prima volta che Carrarini si cimenta con la gestione totale di un cavallo che aveva solo tre mesi di addestramento, portandolo fino al Futurity: «Io per lui faccio tutto, non mi limito a montarlo: lo curo dalla a alla zeta, in ogni sua necessità quotidiana da oltre due anni, e credo che sia proprio questa conoscenza profonda, che magari altri non pro con meno tempo o meno voglia non hanno del proprio cavallo, ad avermi agevolato nella gestione in gara di un tre anni che ovviamente pecca di inesperienza ed è certamente diversa da quella di un cavallo più maturo. Non è vero che sia solo il supercavallo a farti vincere un Futurity: è la volontà che fa la differenza. È l’essere in scuderia con il freddo e con il caldo, è il dirsi sera dopo sera “ok, anche stavolta si va a letto tardi, ma io là ci voglio arrivare”». E poi Goldy non è esattamente un tipo facile: «Ha un’energia esagerata», continua il cavaliere piemontese: «stamattina ho dovuto girarlo alla lunghina e sgroppava che sembrava fosse fermo da una settimana… Credo che abbia il motore e anche le doti per poter fare tanto, ed è per questo che il prossimo anno vorrei darlo a Max per il Futurity 4YO (che Ruggeri ha tra l’altro brillantemente vinto nell’edizione 2019 due giorni fa, ndr); però ha un carattere che bisogna andare a mitigare, come abbiamo visto stasera dal vergognoso galoppo d’onore che ho fatto», ride. «In questo Max è stato fenomenale: mi ha detto fin dall’inizio “Gabri, guarda che con questo qui non devi lottarci: devi metterlo attento, impegnarlo, ma se vai a fare delle discussioni è più furbo lui di te!”».
È una biondissima olandese, Sharon De Groot, venticinquenne che attualmente vive e si allena ad Anversa dove studia fisioterapia, a portare a casa (con un 210) i titoli di Irha-Nrha 3YO Level 1 Champion e Level 2 Reserve Champion in sella al suo splendido stallone buckskin Tinsel Whizington: un altro cavallo “fatto in casa” che lei stessa ha allevato, figlio di Tinsel Jac x Conquistador Sis, femmina con la quale Sharon ha iniziato a far gare di reining e che ha esibito in Europa per molti anni; lei e la fattrice baia hanno anche fatto parte della squadra olandese young riders che ha partecipato al Campionato Europeo giovanile Fei di Manerbio nel 2013. Il giovane stallone è proprio il primo prodotto di questa cavalla e Sharon lo conosce da quando è nato. Appassionata di cavalli da sempre, Sharon pratica il reining da circa un decennio, tuttavia, solo quest'anno per la prima volta ha deciso di esibire un 3 anni. «Tinsel Whizington è davvero dolce, e per me fa di tutto», racconta. «Abbiamo davvero un ottimo rapporto e un feeling intenso. È sicuramente un buon cavallo, anche se a volte è stato un po’ difficile durante l’addestramento e la preparazione: ma quando entra in arena, è sempre lì per me!». Tinsel, che ha eseguito stop decisi e ottimi cerchi fluidi utili per la vittoria, con Sharon ha già gareggiato al Futurity austriaco (L3 Non Pro Reserve Champion), al Futurity belga, conquistando il titolo di Champion Non Pro L1 e L2 e Reserve Champion L3 e L4, mentre al Futurity francese i due hanno addirittura portato a casa il titolo di Level 4 Non Pro Champions. «Una stagione fantastica», dice la De Groot. «Non riesco ancora a crederci! È appena successo! Stasera sicuramente non abbiamo fatto la nostra miglior gara: ho commesso degli errori, perché ero molto nervosa. Ma alla fine, è stato abbastanza». Sharon ha apprezzato l'atmosfera e la struttura di Cremona: «È stato bello gareggiare qui! Ti senti davvero in un Big Show… Inoltre il terreno di gara era ottimo!». Dopo questa dura stagione agonistica lo stallone e la sua proprietaria hanno bisogno di riposo: «Adesso si merita una bella vacanza!».
Irha-Nrha Futurity Non Pro Reserve Champions Level 1 sono Giuliano Mercuri e Doctor Dre, stallone figlio di Doctor In Diamonds x Jc Hollywoodspunette, allevato da Jury Mormile. Il binomio ha marcato 205.5 nella finale, migliorando di 1/2 punto lo score del go-round.
Ufficio stampa Italian Reining Futurity